Guarda il mio ultimo video, per vederli tutti clicca "video", nella barra in alto!

Postiki, il catamarano in plastica da recupero

Plastica, tanta plastica, tonnellate di plastica.
Con il mio scudiero Lorenzo, abbiamo deciso di costruire una piccola imbarcazione di bottiglie di plastica e navigare il Po. Perché? Boh.
Perché per molti non è facile capire il valore che possono avere i rifiuti. Un dato: di circa 450.000 bottigliette in plastica prodotte da materia prima, ne vanno in riciclo solo 180.000. So queste cose perché ho girato dei video per la sensibilizzazione della popolazione torinese sulla raccolta della plastica (Guarda il primo spot).
Ma andiamo oltre.



Non mi va di fare la morale, non sono il tipo, i dati sono quelli e il resto è spiegato negli altri video, ora sono qui per divertirmi e per farvi divertire vedendo me che mi diverto.
La seconda ragione, importante quanto la prima già citata, è il divertimento; mi pare di averlo già accennato qualche riga più su.

Ah, molti si chiederanno che diavolo significhi Postiki. E' in onore del Kon-tiki, imbarcazione svedese costruita con materiali "primitivi" che ha attraversato il pacifico per dimostrare che la Polinesia poteva essere colonizzata in epoche precolombiane da popolazioni del Sud America, e del Plastiki, imbarcazione in bottiglie di plastica che più o meno ha fatto la stessa cosa.
Quindi Po, dal fiume, S che sta per plaStica e tiki per fare le cose fighe.

Posso assicurare che è divertente raccogliere 700 bottiglie, delle quali non vi è data sapere la provenienza, assemblarle insieme a tavole di legno e reti per recinti (è tutto materiale di recupero).
Io e Lorenzo abbiamo raccolto le bottiglie, l'Architetto Claudio Perino mi ha aiutato nel progettare e costruire la barca e con Lorenzo abbiamo navigato. Bella la vita, Lorenzo.
Mi sento di dover ringraziare anche la moglie di Claudio per la pazienza nell'aver tenuto tutti quei rifiuti nel suo giardino e per il pollo al forno.
Questo sotto è il video, sotto qualche foto, e sotto ancora, ora che sapete di che si tratta, per chi vuole leggere e sapere più o meno come è andata, scriverò ancora un "Po".




Premetto che quando ho iniziato a costruire il Po-tente mezzo, non avevo ancora le idee chiare. Ho comprato una quantità industriale di colla calda nel tentativo di fonderle insieme.
Dopo qualche ora di lavoro e 60 bottiglie incollate, appena mi sono accorto che iniziavano a smembrarsi come una qualsiasi altra cosa costruita da me, ho deciso di cambiare tattica.
C'era solo una persona che mi poteva aiutare: il già citato Perino, che possiede un eccezionale laboratorio del legno in casa e tutti gli attrezzi del caso.

Alla fine, dopo due giorni di duro lavoro ce l'abbiamo fatta, il Postiki era pronto per naufragare.

Avete calcolato la distanza?
No
Avete controllato la corrente?
No
Avete visto le previsioni meteo?
No, adesso dobbiamo andare.

Il primo contatto con l'acqua è stato per noi marinai preoccupante, per il catamarano no. Galleggiava perfettamente sul filo dell'acqua. L'imbarcazione pescava molto meno di quanto avessi mai potuto pensare, così partimmo.
Abbiamo capito subito che saremmo andati molto lenti, arrivammo a Torino 2 ore dopo.
La cosa più bella è sapere di essere riuscito a costruire qualcosa che funziona veramente.
La distanza tra un pensiero e la sua realizzazione è molto più breve di quanto si possa mai immaginare.


Ringrazio anche Michele Rizzello e i ragazzi del M**Bun di Torino che mi hanno aiutato a raccogliere le bottiglie.

L'articolo di Repubblica



Che ne diresti di leggere un altro articolo a caso del blog? Potresti trovarlo interessante!