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Due parole. Mobility week 2012


Qualche settimana fa sono stato invitato dagli amici della bicicletta di Genova a presentare Turin-Iceland, era un giorno della mobility week.
La presentazione era alla biblioteca Berio; per l'occasione ho preparato due righe da leggere nella nella sala  e ho deciso ora di pubblicarle qui:



Straordinario è un concetto relativo , è una parola altisonante: quello che significa è solo fuori dall’ordinario, quello che normalmente non si fa.

Per essere qui a parlare di viaggi in bici, devono essere straordinari -almeno mi han detto così prima di invitarmi, altrimenti che bello ci sarebbe ad ascoltarli?
Ma come si può credere straordinario il fatto di pedalare per mesi tra deserti vulcanici, deserti sabbiosi, tende berbere, ghiacciai e interstatali, senza GPS e senza mappa; con temperature sotto lo 0 o a 47C°? Che c’è di straordinario ad avere la voglia di gironzolare per scoprire il mondo?


Un pensiero straordinario è quello che, con la paura, ci impone di non intraprendere certe vie. Un mio libro di sociologia diceva: Se prima di agire si considerano tutte le eventuali conseguenze si finisce con non agire più. Chi l’avrebbe mai detto che un libro di sociologia dell’università mi avrebbe mai dato la spinta a fare certe cose? Allora mi chiedo se non sia davvero la cosa giusta… forse il libro non si riferiva precisamente a infilare dei vestiti in una borsa e partire in bicicletta.
 Straordinario deve invece essere un uomo senza stimoli né spinte. “ Ma come? Hai il mondo lì, a portata di mano e non vuoi scoprirlo?
Forse ci si dimentica che il mondo diventerà più grande di noi quando nella vita sarà tutto in ordine e si avranno il tempo e i soldi per conoscerlo. Il mondo invece è ancora piccolo, a portata di mano, proprio quando hai le forze per saltarci su, correrci e pedalarci, rincorrere i bus e i treni e parlare con la gente, ma non bisogna perderlo quest’ attimo; magari ti capita quando i soldi non ce li hai; è per questo mi capita di dormire nelle vigne.
Il mondo è ancora piccolo per chi ha voglia di metterci piede, anche se gli fa paura.
Prima di partire per il primo viaggio, l’unica cosa che mi sentivo dire era sì, vabbé ma dove devi andare? In bici pff ma sei pazzo? Non ripeto il concetto che niente è impossibile, ma nell’ultimo ho percorso 6000Km in bici in 8 stati diversi, ho attraversato una nazione nella sua lunghezza a piedi e fatto tante altre cose che fino a poco tempo fa non riuscivo a immaginare;  adesso sono qui per il semplice fatto che credo che tutte le cose che ho visto e che mi sono capitate debbano essere cose obbligatorie nella vita, cose che servono per crescere e per migliorarsi; e non cose straordinarie...


Grazie a Cristina Castellari per l'invito


Che ne diresti di leggere un altro articolo a caso del blog? Potresti trovarlo interessante!

2 commenti:

  1. Sei riuscito a mettere in luce cio' che la gente ormai non è piu' in grado di vedere. Complimenti!

    Erwin

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