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320 Km con un chilo di pasta, Torino-Milano-Torino

Per il viaggio è quasi tutto pronto, compresa l’attrezzatura , mancano solo poche cose non essenziali. Devo solo organizzare al meglio il tutto e sperare di non dimenticare niente.
E’ da tempo iniziata la preparazione fisica, ma nel mondo del ciclismo sono un quasi novellino; ho deciso quindi di dare una bella spinta all’allenamento, cimentandomi nella prima piccola impresa: Torino Milano a/r e 320Km.

La decisone è stata presa in 5 minuti, non è stato ponderato seriamente alcun rischio fisico né mentale, quello che sarebbe successo si sarebbe visto lungo la strada, alla peggio, mi sarei buttato al lato della strada, morendo di una terribile morte lenta.
Partii all’alba di un freddo giorno d’inverno, ieri per l’esattezza, con il termometro che segnava -5 gradi C°, ma in previsione di un sensibile miglioramento.
Le luci pubbliche lasciavano il compito d’illuminare la mia strada alla fioca luce del sole, timido, nascosto dietro uno strato di foschia quasi impenetrabile. Era però visibile e concreto, il mio animo era grato di quella piacevole presenza.
Mi lasciai alle spalle Torino alle 7, avrei dovuto solamente aggirare la collina torinese di Superga e dirigermi verso est. Da quelle parti, a volte, la folta vegetazione collinare, lasciava lo spazio libero quel tanto che bastava per godere qualche momento della spettacolare vista della Alpi innevate, vicinissime e vere.
Ho sempre provato un profondo rispetto per queste montagne: la nostra nazione gode di una fantastica barriera naturale, un vero confine, che non è solo qualcosa di politico, è un infinito universo di opportunità, dietro ci potrebbe essere qualsiasi cosa, un amico, un problema, un’avventura, tutto il resto, quello che è prima è casa, sicurezza, noia.
Purtroppo per questa volta non dovrò oltrepassarle, in compenso, sono libero d’immaginare e sognare tutto quello che si può trovare li dietro.
La strada è lunga, e la mia media, seppur buona è di 20Km/h, sarebbe a dire che per arrivare a Milano ci avrei impiegato  non meno di 8 ore, 8 ore a pedalare continuamente, ma compresa qualche pausa, non sarei arrivato prima di sera.
Qualche ora dopo, incredibilmente, continuavo a pedalare, ero ancora in vita, ogni pedalata ero qualche metro più vicino alla meta, seppur sempre più stanco.
Il corpo umano è una macchina strana, tutti sappiamo che i muscoli, dopo uno sforzo continuato iniziano a far male, credenza dice che sia l’acido lattico, ma non è cosi. Si arriva al punto che sembra non si possa più continuare, e molti si fermano. Pochi infatti sanno che c’è una bella sorpresa, prima di questa barriera, il corpo utilizza tutti gli zuccheri semplici e i cibi ingeriti poco prima dello sforzo, dopo però si ha ancora tantissima energia, quella immagazzinata nei muscoli e nel resto del corpo, allora, il dolore inizia a passare, e lo sforzo può proseguire più o meno tranquillamente.
Tale barriera l’ho superata a circa 120 Km di distanza, poco prima di questa però, devo ammettere che è stata un po’ dura.
Niente di particolare da riferire, solamente la strada, io e la bici e un’infinità di vento.
La pianura uccide i ciclisti; non c’è svago, nessuna novità, la mente impazzisce, alla fine, sotto questo aspetto è stata dura.
Arrivai a sera, come previsto, come al solito. Capii solo all’arrivo che la giornata è stata veramente lunga, ma fortunatamente il meteo è stato dalla mia parte, sole e una gradevole temperatura per tutta la giornata.
Giornata di riposo a Milano con lunga passeggiata in centro.
Al ritorno, ho fatto una prova, non ero più impaurito dai 160 Km che mi aspettavano, con la dovuta calma, tutto è fattibile, ci vuole solo pazienza e allegria. Infatti, con la media voluta di 17Km/h, tutto è risultato più facile e piacevole; non ci vuole mai fretta per queste cose. La strada è lunga si, ma se si pensa solo all’arrivo, tanto vale stare a casa, la parte più lunga deve anche essere considerata la più bella e mai spazientirsi. Provare per credere.
320 chilometri ed eccomi di nuovo qui, con più voglia di partire, ho imparato molte cose, ma tante ancora me ne restano da scoprire, 16 ore di pedalare in due giorni. Ora sono ancor più convinto dell'impresa, so di esser pronto a partire, e non è importante tanto l'allenamento, ma la voglia di viaggiare.

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3 commenti:

  1. hahah, che fantastico!

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  2. Hai fatto bene, bisogna sperimentare per conoscere i propri limiti, fisici e mentali. E le scelte prese in 5 minuti di solito sono quelle che danno più soddisfazioni!

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  3. Come ti sei vestito? Io gia a0° dopo 30km soffro come un cane! :D

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